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      Quello accrescimento, & quello, disordine, in capo di dieci dì cominciò in me talmente ad operare, che venni di allegro, ch'io era, malinconico, & colerico; si che ogni cosa mi dava fastidio; & era sempre di strana voglia, che non sapeva nè che mi fare, nè che mi dire. In capo poi di dodici dì, mi assalì una grandissima doglia di fianco, la qual mi durò XXII. hore
      , & mi sopragiunse una febre terribile, che mi durò XXXV. dì, & altretante notti; senza mai lasciarmi anchor che passati li XV. si facesse per dir'il vero sempre minore; ma con tutto ciò non potei in questo tempo dormire pur mezzo quarto d'hora: onde da tutti fui giudicato per morto: pure io me ne liberai (Dio gratia) col mio ordine solo, benche fossi nell'età di LXXVIII. anni, & nella più fredda stagione di tutto l'anno, che fù freddissimo, & d'un corpo tanto macilente, quanto sia possibile; & sono certissimo, che altro non mi liberò dalla morte, se non il grande ordine tenuto da une già tanti anni nelli quali mai non hebbi male, se non alcuna poca dispositione di uno, overo due dì: perché l'ordine, ch'io dico di tanti anni, non haveva lasciato generar in me, humori soverchi, & maligni; nè generati, invecchiarsi in tal tristitia, & malignità, si come aviene ne i corpi vecchi di quelli, che vivono senza regola: però non si ritrovando nelli miei humori, alcuna vecchia malignitade, che è quella, che ammazza gli uomini, ma solamente quella nuova, introdotta per il nuovo disordine, non hebbe forza il male, anchor che gravissimo, di ammazzarmi.


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Discorsi della vita sobria del sig. Luigi Cornaro
di Luigi Cornaro
Marc'Antonio Brogiollo
1620 pagine 57

   





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