Veggio le opere loro fatte nuovamente, riveggio le fatte per l'adietro, & sempre imparo cose, che mi è grato il saperle. Vedo i Palazzi, i Giardini, le Anticaglie, & con quelle le Piazze, le Chiese, le Fortezze, non lasciando à dietro cose, onde si possa prendere piacere, & imparare. Ma sopra tutto godo nel viaggio andando & ritornando, ove considero la bellezza de siti, & de Paesi per i quali vò passando. Altri in piano, altri in colte, vicini à fiumi, ò fontane, con molte belle habitationi & giardini d'intorno: nè questi miei solazzi & piaceri mi sono men dolci & cari, perché io non veda ben lume, ò non oda ciò, che mi vien detto facilmente, ò perché altro mio senso non sia perfetto, che sono tutti (Dio gratia) perfettissimi: & specialmente il gusto, che più gusto hora quel semplice cibo, ch'io mangio, ovunque io mi trovi, che non faceva già quelli tanto delicati, al tempo della mia vita disordinata. Nè il mutar letto mi dà noia alcuna, ch'io dormo in ogni luogo benissimo & quietamente, senza sentir disturbo
di cosa alcuna, si che nel sonno i sogni mi sieno belli & piacevoli. Et con grande mio piacere & contento veggio riuscir l'impresa, tanto importante à quello stato, di ridurre dico, tanti luoghi inculti à cultura, quanti ce ne sono, & già da esso principiata, per mio ricordo. La qual cosa io non pensava di veder in vita mia: sapendo io che l'imprese di grande importanza, sono tardi principiate dalle Repub. pur io l'hò veduta, & fui ancora in persona con gli Eletti à quello ufficio, due mesi continui nel tempo del maggior caldo della State, in questi luoghi paludosi, nè mai sentij noia alcuna, nè per fatica, ò per altro incommodo ch'io m'havessi: tanto di potere hà la vita ordinata, la quale in ogni luogo sempre mi accompagna.
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