Ora, se fu lodato quel buon vecchio, Greco di natione, & Poeta, per havere nell'età di LXXIII. anni, scritto una Tragedia; & perciò riputato sano & gagliardo, con tutto che la Tragedia sia Poema mesto & malinconico; perché debbo essere tenuto io men fortunato, & sano di lui, havendo io età d'anni X, più di lui, composto una Comedia, la qual'è compositione allegra & piacevole, come ciascuno sa? Certamente, se io non sono iniquo giudice di me stesso, credere voglio, che io ha hora & più sano, & più giocondo, che non fu egli con X. anni mancho sopra la sua vita. Et perché niuna consolatione manchi alla copia de gli anni miei, per render l'età mia meno rincrescevole, ò più scarsi i miei contenti, veggio con questo quali una spetie d'immortalità nella successione dei miei posteri. Perché ritrovo poi, come ritorno à casa, non uno, ò due, ma XI. miei Nipoti, il maggior de' quali è di XVIII. anni, il minore di due: tutti figliuoli d'un Padre, & Madre, tutti sanissimi: & per quanto hora si può vedere, molto atti, & dediti alle lettere, & alli buoni costumi; de' quali alcuno delli minori, sempre godo come uno mio Buffoncello; & veramente, che i putti dall'età di tre anni infino à quella de i cinque, sono naturali Buffoni; gli altri di maggior età, tengo a un certo modo miei compagni, & perché hanno dalla natura perfette voci, gli godo anchora, vedendoli & cantare & sonare con diversi instrumenti; anzi io medesimo canto, perché ho miglior voce, & più chiara, & più sonora, ch'io havessi giamai.
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