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      Si risponde, che la nostra madre natura, perche lo suo vecchio polla conservarsi, ha proveduto, che con poco cibo possa vivere come vivo io; perche il molto non può esse digerito dal stomaco del vecchio, & impotente: nè può costui dubitare di morire per cagione del puoco mangiare; se: con il pochissimo, quando è ammalato e si libera, che pochissimo è quello della dieta, con la quale si risana; e se conpochissimo si risana, e ritorna in vita, come può dubitare, che con mangiare una quantità maggiore; che maggior quantità è quella della vita sobria, non si possa tenere in vita, sendo sano? Altri dicono, che è men male à patire tre, ò quattro volte all'anno delli loro soliti mali, ò di gotte, ò di fianchi, ò altri mali; che patire poi tutto l'Anno per non contentare il suo appetito nel mangiare tutto quello, che più guasta al suo gusto; sendo certi, che con la medicina della pura dieta si possono liberare da quelli. Si risponde, che moltiplicando gli Anni, e scemandosi per quelli il calore naturale, che la dieta non può havere sempre tanta virtù, quanto ha forza il disordine della repletione: tal che sono astretti à morire da questi suoi mali; perche quelli abbreviano, la vita, si come la sanità la conserva. Altri dicono, che è meglio vivere dieci anni meno, che lasciar di contentare il suo appetito. A questi si risponde, che'l vivere lungamente si debbe molto apprezzare da gli huomini di bell'intelletto: ma degli altri è poco danno se non è apprezzato, perche questi fanno brutto il Mondo, & è se non bene, che morano.


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Discorsi della vita sobria del sig. Luigi Cornaro
di Luigi Cornaro
Marc'Antonio Brogiollo
1620 pagine 57

   





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