arga di quella che era tenuta dalli S. Padri antichi nelli deserti, i quali mangiavano solamente frutti salvatichi, & radici d'herbe, & bevevano acqua pura, & pur vivevano, come ho detto, lungamente, sani, allegri, & contenti. Et cosi fariano questi de' nostri tempi, & insieme troveriano più facile la via di salir'al Cielo, il quale stà sempre aperto ad ogni fedel Christiano; percioche così il nostro Redentor Christo lo lasciò quando di là sù discese, venendo in terra à spargere il suo pretioso sangue per liberar noi dalla tirannica servitù del Diavolo; & tutto questo per immensa sua bontade. Si che per concluder il mio ragionamento, dico, che essendo (come è in vero) la lunga età piena & colma di tante gratie & beni; & di più essendo io uno di quelli che li gode, non posso mancare, (non volendo mancar di carità) di render testimonianza, & far ad ogn'uno pienissima fede, che molto più godo di quello che hora scrivo: & che la cagione del mio scrivere altro non è, se non affine che vedendo un tanto bene, il quale proviene da questa lunga etade, ogn'uno si disponga di osservar questa tanto lodata vita ordinata & sobria. Per la quale di continuo me ne vò gridando, vivete, vivete, accioche siate migliori servi di Dio.
LETTERA SCRITTA
Dal Sig. Luigi Cornaro
AL REVERENDISSIMO BARBARO,
Patriarcha Eletto di Aquileia.
REVERENDISS. SIGNORE.
Veramente, che l'intelletto dell'huomo. Tiene alquanto del divino: & divina cosa fu quella, quando trovò il modo del potere, scrivendo, ragionare con un altro lontano.
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