O che bella vita è la mia, ò che felice fine sarà il mio. Et dette da me le sopradette cose, il giovine non replicò altro, se non che disse, che era determinato di metterli alla vita sobria, per fare un tanto avanzo, come haveva fatto io: ma che ne haveva fatto un'altro molto importante, che si come haveva una gran voglia per lo suo invecchiare, che hora desiderava di invecchiare tosto, per tosto poter godere la godevole età vecchia. Il gran desiderio, Reverendiss. Sig. che io haveva di ragionare con voi, mi ha sforzato di esser lungo, & sforzami di ragionare anchora, ma poco. Signore, vi sono alcuni molto sensuali, i quali dicono, ch'io hò gettato via il tempo & la fatica, à comporre il Trattato & gli altri discorsi della vita sobria, acciò che la si tenga; perche è cosa impossibile à farla: la onde tal Trattato sarà vano come quello della Republica di Platone, che si affaticò in scriver cosa che non si poteva fare, onde conchiudono, che'l suo Trattato è vano; e che così sarà il mio. Di questi io molto mi maraviglio, che pur veggono nel Trattato, c'ho tenuta la vita sobria molti anni avanti, che la scrivessi, nè l'haverei scritto, se non havessi veduto prima, ch'ella era vita che si poteva tenere; & anco conosciuto, che giovava grandemente; che era vita virtuosa, & essendoli io obligato, fui astretto à scrivere, acciò ch'ella fusse conosciuta per quella che è: & sò che molti, visto il Trattato, si hanno posti à tale vita: e per lo passato, come si legge, molti l'hanno tenuta: talche la oppositione che cade in quello della Republica non cade nel mio della vita sobria.
| |
Reverendiss Trattato Trattato Republica Platone Trattato Trattato Trattato Republica Sig
|