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      Egli è a sapere che quando nella definizione dell'elemento si mette che non può dividersi in parti di specie diverse, non deve mica intendersi di quelle parti in cui un tutto dividesi per divisione quantitativa, perchè, se così fosse, il legno sarebbe un elemento, essendo che ciascuna parte del legno è legno, ma si deve intendere della divisione che sèguita l'alterazione, per la quale i corpi misti si decompongono nei semplici.
      (4) Dalle quali parole è chiarito che secondo l'Aquinate la divisione quantitativa è quella che or dicesi meccanica, e divisione specifica quella che diciamo analisi chimica.
      Quindi il paragonare, che fa l'Aquinate, gli elementi alle unità delle quali sono composti i numeri, che rassomigliano a corpi composti: od alle lettere, onde formansi le parole composte, che pure a' composti medesimi si ragguagliano. Laonde è chiarissima la ragione, per la quale questo sommo filosofo chiama gli elementi corpi semplici, comechè siano composti di materia e di forma. Perocchè la semplicità denota l'avere essi una natura primigenia e non derivata fontalmente da preceduta mistione, e la loro composizione è rispettiva alla essenza. "Elementorum corpora sunt simplicia et non est in eis compositio nisi materiæ et formæ."(5) Dal che si vede che nè per Aristotele nè per Tommaso la materia prima, che è il principio della estensione comune a tutti i corpi e la forma sostanziale, che è il principio dell'attività, il quale determina la specie della sostanza, ed è diverso secondo le diverse nature (come il fatto evidentissimamente lo dimostra) sono eglino elementi, ma sono i principii essenziali, ossia costitutivi la essenza di ogni corpo.


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La sintesi chimica secondo i principi filosofici di S. Tommaso D'Acquino
di Giovanni Maria Cornoldi
Istituto Tipografico Bologna
1876 pagine 74

   





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