Confutata la prima sentenza, l'Aquinate espone la seconda, la conforta con le prove degli avversarii e la confuta. Adunque altri dice, che gli elementi non sono nè sostanze nè accidenti, ma un quid medium; e perciò le forme, che gli costituiscono, non sono nè accidentali nè sostanziali, ma mediane. Però queste, senza cangiarsi, diminuiscono ed accrescono, come avviene delle accidentali. Per tal guisa nel composto rimangono le forme degli elementi, ma alquanto mutate e così contemperate da renderlo in qualche maniera omogeneo.
Ma cotesta sentenza per più capi non è degna di approvazione: multipliciter est improbabilis. In primo luogo, perchè non v'ha mezzo tra sostanza, ed accidente: come non v'ha mezzo tra l'affermazione e la negazione: mercecchè la sostanza non è nel soggetto e l'accidente v'è. Ora le forme sostanziali sono è vero nella materia, ma non come in soggetto, sì con la materia costituiscono il soggetto delle forme accidentali(18). In secondo luogo è ridevole il dire - ridiculum est dicere - che v'è il mezzo tra quelle cose che sono di genere diverso; conciossiachè il mezzo e gli estremi debbono appartenere allo stesso genere. Laonde non è possibile assegnare ciò che sia di mezzo tra la sostanza e l'accidente. In terzo luogo non si può ammettere che le forme degli elementi diminuiscano o accrescano per due motivi. Il primo è perchè la loro mutazione si farebbe mediante una continua graduazione (come avviene nelle accidentali mutazioni), e ciò non accade. Così p. e. l'H, e l'O non cominciano a diventare alquanto acqua per poi a poco a poco, diventare acqua vera e perfetta; ma il passaggio da una specie ad un'altra, o meglio da non acqua ad acqua è instantaneo.
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Aquinate
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