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      (19) Il secondo motivo per cui le forme degli elementi non possono crescere o diminuire egli è appunto perchè sono sostanziali, ed ogni intima variazione di queste, reca diversità di specie: omnis differentia secundum formam substantialem variat speciem.
      Reiette le due contrarie sentenze, conclude Tommaso, che si deve stabilire la sentenza, la quale 1. riconosce la verace composizione di natura 2. non afferma che gli elementi del tutto scompaiono dal composto, ma dice che in qualche maniera vi rimangono.
      Adunque secondo i principii dell'Aquinate gli elementi non rimangono nel composto formaliter, ma virtualiter; e perciò stesso non formalmente, ma virtualmente si debbono ritrovare nel composto medesimo le forme sostanziali degli elementi, ond'esso è fatto. So non che torna bene dimostrare come questa sentenza non punto esclude tutto ciò che dalla esperienza ci viene insegnato, anzi ricchieggalo. Così farem manifesto che non è alla verità conforme il parlar di quelli che affermano i principii fondamentali e filosofici della dottrina dell'Aquinate essere opposti alla scienza ed al suo progresso. Intorno alla sintesi chimica, la qual'è elementorum alteratorum unio si può discorrere accuratamente ricercando ciò che 1. la precede: 2. l'accompagna: 3. la segue.
     
     
     
      Ciò che precede la sintesi
     
      1. Pluralità degli elementi. Quest'è una legge, la quale, come trattando dell'elemento dicevamo, è richiesta dalla ragione e dal fatto, contro il quale non punto si oppone nè il cangiarsi dell'ossigeno in ozono, nè il fenomeno dei corpi isomerici.


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La sintesi chimica secondo i principi filosofici di S. Tommaso D'Acquino
di Giovanni Maria Cornoldi
Istituto Tipografico Bologna
1876 pagine 74

   





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