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      Se vogliamo filosofare sopra la natura degli elementi, i quali non sono atomi inerti della stessa specie, ma sostanze attuose dotate del principio della estensione e di quello della specifica attività, ossia fornite di materia prima e di forma sostanziale, ci sembra dovere inferire che la sintesi debba essere combinazione, ossia unione di due sostanze e non già di più. Infatti poichè le sostanze elementari z, x, y, sono tra loro diverse, è chiaro che x unito ad y dovrebbe dare una sostanza diversa da quella che risulta per l'unione di x con z: perciò se unissersi assieme nel medesimo istante z, x, y, dovrebbono sorgere due sostanze diverse e non una. Ma posciachè z è unito a x, non sonovi più due, ma una sostanza atoma, nè saravvi difficoltà che questa unendosi a, y dia origine ad una nuova sostanza. Od anche tornerebbe al medesimo che una parte di z si unisse con x e con questo costituisse una sostanza h: ed insieme l'altra parte di z si unisse ad y e formasse con questo una sostanza k, e immediatamente dopo combinassersi insieme h e k a costituire la novella sostanza.
      Questo discorso è comprovato dal fatto in tutta la natura nella quale veggiamo signoreggiare la legge del dualismo generativo. E vaglia il vero, tanto nel regno animale che nel vegetale abbiamo due principii seminali, i quali con la loro unione attuano una novella natura individua: e nel regno minerale dicono i chimici che la chimica sintesi è sempre binaria, poichè sempre abbiamo una combinazione tra due sostanze, comechè una d'esse od entrambe siano generate da una o più precedenti combinazioni.


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La sintesi chimica secondo i principi filosofici di S. Tommaso D'Acquino
di Giovanni Maria Cornoldi
Istituto Tipografico Bologna
1876 pagine 74