Se non che si può dire con verità operazione catalitica l'operazione di quelle sostanze che, senza venire in composizione con altre, in qualche maniera col loro reale influsso concorrono alla loro alterazione.
Per certo la è impresa sommamente ardua volere perscrutare l'atto stesso della unione degli elementi e cogliere così la natura in una delle più occulte e misteriose sue operazioni, nelle quali essa è come un cieco istrumento della divina sapienza ed onnipotenza. Che se la è difficile cosa il comprendere certi lavorii dell'arte umana, sarà per certo difficilissima il conoscere chiaramente i lavorii dell'arte divina, i quali sfuggono i nostri sensi e solo possonsi conghietturare col raziocinio. Il perchè non recaci meraviglia che tutti i chimici trascorrano inosservata, perchè difficilissima, la presente trattazione, e se v'e chi parli, si trattenga nella corteccia e non penetri la midolla, se non fossero i seguaci di Democrito e di Epicuro i quali tagliano e trinciano con una prontezza piú tollerabile negli artisti che nei filosofi. Ne diremo tuttavia timidamente alcun che.
Osserviamo che ogni operatore intende sempre, col suo operare sopra di un altro, a communicargli in qualche maniera, l'essere proprio vuoi accidentale, vuoi sostanziale. Un corpo urtando un altro tende a comunicargli il movimento: il pittore dà alla tela la idea della sua mente, e lo scultore la dà al marmo: lo scrittore non potendo mettere in carta i suoi concetti vi mette i segni dei medesimi: un fiore (così ogni oggetto sensibile) mette mediante la luce nel senso la propria specie, e per mezzo della luce intellettuale si comunica alla mente, in cui principia ad avere una novella spirituale esistenza, cotalchè si può dire che il fiore esiste nella mente, benchè in maniera diversa da quella onde esiste in sè medesimo.
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Democrito Epicuro
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