Tali cose sono dai fatti logicamente dedotte e dimostrate, ed a queste non si può contraddire per una difficoltà che incontrasi in altro soggetto; come nessun moderno seguace del sistema meccanico di Democrito e di Epicuro ardisce di rigettare le leggi di Keplero per la ragione che non riconoscendo egli le veraci tendenze che procedono dall'intima natura dei corpi non gli vien fatto di dare una vera cagione dell'attrazione, di spiegarne un po' la natura e di mostrare se la terra, che tende al Sole, sia sospinta da una esterna forza meccanica o trascinata dall'etere in cui si ritrova.
Tuttavia non voglio trascorrere del tutto inosservata l'analisi. E già è da notare che ogni composto di qualsisia natura, se è risolubile, lo è in quelli componenti onde fu composto. L'aggregato non è composto e di questo non parlo. Ma ogni corpo, è composto di materia e di forma e in questi componenti della sua essenza è pure risolubile. Sia che la forma rimanga a guisa di spirito sussistente, come accade nella morte dell'uomo, in cui l'anima resta incorrutibile ed immortale: sia che la forma, nel punto stesso della dissoluzione del composto, cessi di esistere, come avviene nella morte dei bruti e delle piante: la corruzione del composto fassi per la divisione dei componenti. Dalla meccanica, pure apprendiamo che una forza risultante è risolubile nelle sue componenti. Se non che, affinchè quest'analisi avvenga, egli è mestieri che i componenti in qualche maniera seguitino ad esistere nel composto: onde, qualora in nessuna maniera esistessero, non ci sarebbe ragione sufficiente per cui dovesse il composto risolversi nei componenti.
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