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      I chimici moderni non ponendo mente che quando con vera dimostrazione si è stabilita una verità, non bisogna negarla appresso, per gravissime difficoltà che s'incontrino; al vedere che nell'analisi riescono gli elementi primieri e nelle prime loro proporzioni, nè avendo alla mano una qualche buona ragione (come noi l'abbiamo) onde spiegar questo fatto, si diedero ad impugnare, con troppo di leggerezza, la verità dimostrata del cangiamento di natura e della sostanziale mutazione degli elementi. Quindi caddero nella ipotesi dell'atomismo, ed applicaronla non solo, come immediata disposizione, alla sintesi (nella guisa sopra spiegata e che alla nostra dottrina non contradice), ma anche al composto, dopo la sintesi stessa. Nel modo poi di concepire la cosa (appunto perchè ipotetica e tutta creazione della fantasia) v'è un poeteggiare tra loro che reca meraviglia. Conciossiacchè altri dicono che gli elementi sono tutti atometti solo resistenti ed inerti e di eguale natura tra loro, che altro non possono fare che urtare ed essere urtati, e da questi soli urti fanno derivare la diversità di natura, cotalchè quelli stessi atomi disposti in una figura con certa intensità di moto vuoi rotatorio vuoi traslatorio ti danno oro, disposti altramenti ti danno acqua, ti danno anzi ossigeno ed idrogeno. Ma nè pure si accingono a dimostrare le cause che possono determinare e conservare quei movimenti. Altri chimici diametralmente opposti ai primi ti diranno che gli atomi di tutti gli elementi sono punti matematici che tengonsi rispettosi in distanza tra loro.


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La sintesi chimica secondo i principi filosofici di S. Tommaso D'Acquino
di Giovanni Maria Cornoldi
Istituto Tipografico Bologna
1876 pagine 74