Già sopra vedemmo non solo che non v'è fiore di argomento che ci persuada la presenza formale degli elementi (il ch. professore non può non intender questi, quando dice forze) nel composto chimico, ma altresì che la neutralizzazione messaci innanzi per darci una qualche ragione del perchè non si faccian vivi gli elementi stessi durante la composizione, è una voce vuota affatto di senso che punto non adopera al bisogno.
Perciò poi che spetta all'appendice congiunta alla definizione dell'acqua secondo l'Aquinate, dirò che salva una qualche cosuccia, che vuolsi correggere, ella è veramente una dottrina necessaria a tutto il sistema dell'Aquinate e da questo fermamente, come certa, tenuta e la quale io reputo vera o assolutamente dimostrata. La cosuccia cui accennava è quella parola interamente; poichè la definizione di Aristotele abbracciata dall'Aquinate, vuole che in qualche maniera esistano nel composto gli elementi; e perciò la prefata definizione non fu mai da verun fatto disdetta e da tutti, anche moderni, scienziati fu per tanti secoli ed è propugnata. Quell'in qualche maniera fu per noi sopra spiegato.
Nè punto vediamo alcun che di falso o d'incerto in quelle parole ex nihilo sui, le quali, sebbene noi non pronunciammo, pure di buon talento accettiamo. In fatti qualunque mutazione avvenga nella natura è una produzione ex nihilo sui; poichè di nuovo è fatta: e se ciò non si ammettesse, l'universo intero in tutte le sue parti sarebbe immutabile. Laonde come la chimica non ha una sola parola da rivolgerci contro pel primo capo della cessazione delle forme elementari e della produzione della nuova forma nella quale quelle virtualiter si contengono, così non può farci cattivo viso qualor diciamo che la medesima viene prodotta ex nihilo sui.
| |
Aquinate Aquinate Aristotele Aquinate
|