- "L'aquila Romana per poggiare a voli poderosi, affratellata coll'aquila Slava, forza è che spicchi il suo volo dalle terre d'Italia e da Roma. Indispensabile però spezzare innanzi tratto que' due proiettili obbrobriosi, che le inceppano il piè, e sono l'inqualificabile alleanza con Austria e con Prussia."
- "Come? O per noi austriaco e tedesco non suonò sempre tutt'uno, cioè inimico truculento e acerbissimo? Ed oggi si presumerebbe per taluno abolire di punto in bianco la storia e strappare dai petti della gente d'Italia ogni sentimento più sacro: amor di patria: solidarietà co' fratelli; abborrimento a' carnefici; venerazione perpetua agli eroi ed a' martiri?
- "In quella guisa che senza Roma non era fattibile unità per la Italia, così noi oggi non veggiamo possibilità di riscatto alla gente Romana, ove una tanta impresa non faccia capo a Italia ed alla sua rigenerata metropoli - la nuova Roma - non dominatrice, ma iniziatrice della gran Lega fra' popoli: ma banditrice di Nazionalità e d'altri utili veri. Come per converso sarà logico e necessario che la gente Slava tenga l'occhio volto a Mosca, a Pietroburgo, come a fari irradiatori di morale unità."
- "Anzi oso dir più: che l'esito tutto quanto d'un'impresa sì eccelsa, pende esclusivamente dall'Italia. Da che, non sì tosto avrà essa aderito con tutta sincerità all'alleanza - la Russia, pretermessa ogni esitanza, ogni perplessità, ogni dubbiezza, ogni sospetto, ben naturale d'altronde fra un governo che si regge autocratico, e l'altro a republica, - concorrerà a costituire la triplice alleanza la più logica, la più naturale, la più consentanea agli interessi universali, come delle parti contraenti, così di quanti languono popoli depressi in Europa.
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