Io riferirò pertanto la più larga copia possibile di que' suoi sentimenti, non senza far noto - purchè si tratti di piagare a morte Austria e Prussia - com'egli arroventi le invettive e l'apostrofi, sì che le si rovescino ad un punto sovra i reggitori codardi, cui egli infama a dito per aver fatto Italia nostra mancipia de' due stati oppressori.
Nè si creda già che fulminando le prostituzioni passate, egli assolva quelle presenti: perch'anzi ei flagella colle antiche le recenti viltà.
Che se il fuoco sacro della Nazionalità e della dignità italica s'è spento affatto negli obliqui e tenebrosi cervelli di reggitori effimeri; - esso s'è per giusto compenso e con più fervore riacceso nell'alta mente di lui: nè l'Italia, nè il mondo hanno davvero perduto nel cambio.
Perchè dunque, o Italiani, voi conoscete fin troppo il modo d'agire di codesti prostitutori di fronte all'Austria, io reputo necessario palesarvi quanto più posso intimamente il pensiero di lui, pensiero cui egli ripetutamente manifesta coll'anima investita d'una gran missione da compiere.
Innanzi tratto egli reputava la triplice alleanza, - quale la si stava in allora tramando e quale la si manipolò indi a breve(3), meno un'alleanza fra tre grandi stati, che non un patto di famiglia fra casa Savoia, casa Hohenzollern e casa d'Asburgo; - e più che un'alleanza, una congiura dinastica contro l'invadente idea republicana e contro la Francia che ne è l'incarnazione in Europa, - un'abdicazione al sacro principio di Nazionalità, - una resa a discrezione a' principî contrarî d'usurpazione e di despotismo onde i gemini imperi austro-prussiani sono l'incarnazione assoluta e perpetua nel mondo.
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