Alludo all'imposta favella croata nelle scuole di Zara, di Spalato, di Sebenico e di quant'altre sono città italiche della nostra Dalmazia!
E da queste, e da altrettali vergogne, chiaro resulta che Italia non è confederata, ma ancella: che l'Austria ci sarà sempre ed implacabilmente avversa: ch'è supremo interesse del popolo nostro cancellare il passato, provvedere al presente, non dimenticar l'avvenire!
Ond'è che addolorato, ma confidente, ei conclude:
Il passato è per loro un rimorso, il presente una vergogna, l'avvenire un'incertezza. Sciagurati! l'ira di Dio li accieca, ma la giustizia del Popolo li minaccia e quando che sia inesorata li atterrerà!
Che queste esortazioni non tornino vane spetta a voi, o Italiani!
Prosiegue poi tra l'irato e l'ironico, in questa forma pungendo codesti esosi tralignanti - "codesti frivoli reggitori d'un giorno, che c'impongono patti che influiranno eternamente sui destini d'Italia": "Su dunque, inclita gente, per andare a' versi degli Austriaci, amici vostri, stringete la destra a que' prodi uccisori delle donne, dei bambini, degli innocenti cittadini d'Italia. Su via, profanate addirittura le tombe de' nostri martiri: sconvolgete le sacre zolle che ne coprono l'ossa: sperperatene la memoria; disperdetene la posterità; voi lo potete, voi lo sapete far troppo bene."
Coglierò, mettendole in mazzo, le sue più notabili sentenze concernenti l'obbrobrioso argomento, e potrei allegarne cent'altre delle quali mi passo:
- "Vedete, o Italiani, quant'afa di rude bizantinismo s'aggrava sul capo della patria nostra, da poi che i Farisei della Nazionalità - non so se più codardi o dementi - vollero con politica sotterranea affratellarsi ad un impero che crolla.
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