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      - "Da poi che abbiamo con dura esperienza provato quel che sia l'Austria tiranneggiante e opprimente, se siamo oggi savi evitiamo d'esperimentare quel che sia l'Austria alleata ed amica."
      - "Le alleanze si hanno a deliberare con publico consiglio, non già tramare con misteriosi sotterfugi di pochi interessati."
      - "Gli alleati o i nemici non s'impongono dal libito di questo o di quel ministro, dall'arbitrio di questa o di quella consorteria, sibbene dalle tradizioni, dagli interessi, da' benefizi ricevuti o che si sperano; da' malefici patiti o che si temono."
      - "Sia dunque che noi pensiamo al passato, sia che noi meditiamo sul presente, o deliberiamo sull'avvenire, noi riteniamo obbrobriosa e pregiudizievole una tale alleanza - vergogna senza nome - che tosto o tardi si farà sentire a noi tutti."
      Sentenze opportune ieri, ma più opportune oggidì che già si veggono spuntare abbondantissimi germi del malefico patto!
      Sentenze degne di severa meditazione, donde si manifesta il modo suo di vedere, sì che non ci può cadere equivoco!
      Nè paionmi da preterire quest'altre, in cui più sensitivo diviene il suo risentimento, quanto più egli procede innanzi; e vo' che bastino per saggio dell'altre tutte che m'è forza d'omettere:
      - "Presumono gli incauti - essi superstiziosidell'Austria come noi della Nazionalità - addormentarci co' decantati benefici che noi saremo per trarne: si fanno innanzi co' più miserabili sofismi; come che tutti i sofismi ch'essi ponno allegare, sono più sozzi d'assai che non l'istessa alleanza, il che è tutto dire.


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Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





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