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      Queste verità ei dettava presago contro un tale accordo funesto, quand'esso ancor non era consumato e compiuto, ma trovavasi allo stato d'embrione, come che alloramai già palesi le misteriose brighe e i baccanali per ordirlo ed imporcelo. Che non direbb'egli oggimai che l'odiosità di quel patto esecrando ed all'universale infestissimo, venne studiosamente accentuata in Italia a tutto disfavore di Francia? Ch'esso è ridondato così apertamente a detrimento delle cose nostre? Ch'esso ha impostoci armamenti così disastrosi e sacrifici così intollerandi che lentamente dissanguano codesta patria infelice? Ch'esso va esaurendo ogni risorsa economica nazionale, va consumando ogni privata facoltà? Ch'esso va iniziando un periodo di decadenza promossa e continuata da insopportabili gravezze, da fiscalità draconiane, da scellerate ingiustizie, da terribili crisi economiche, da un'emigrazione spaventosa, e da un disavanzo che in soli tre anni di tal politica disennata raggiunge, se non oltrepassa, i tre miliardi?
      Chi si ammirerà se questa povera Italia, martoriata a sangue in pro d'Austria e di Prussia, disdegna adagiarsi più oltre nella bara austro-teutonica?
      A comprovare poi come in tanto particolare collimano con que' del nostro Eroe - oltre che i sentimenti della parte più sana ed eletta del paese - quelli eziandio d'altro insigne cittadino, meritamente già salutato atleta della democrazia italica; giovi allegare quest'altra voce magnanima ad un punto ed esplicita d'oltre tomba: "Quest'odio contro l'Austriaco tacerà con noi nella fossa e forse nè anco nella fossa.


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Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





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