Conseguentemente egli presentiva, col suo forte intuito divinatorio, i destini d'Italia immedesimati con quelli dell'altra gente Romana, da poi ch'è rotto l'equilibrio proprio nel cuor dell'Europa, e ad esso sostituita una gemina preponderanza fatale alla gente Romana, fatale alla gente Slava.
Donde Francia mutila - Italia incompleta - monca la Spagna - la Romania amputata: - e, fra' minori stati, incalzata la Danimarca - l'Olanda affogata - il Belgio minacciato e la Svizzera stretta dalla Germania irruente.
Ora, a contrastare a queste perenni usurpazioni della forza bruta - a far trionfare nell'Europa dell'avvenire, com'ei la concepiva, il gran principio della Nazionalità, - egli avea per fermo necessaria una guerra generale, che facendo capo ad una pace universale, stabilisse l'assetto logico e definitivo di tante gravi questioni pendenti, e determinasse la soluzione ad un tempo di tanti quesiti politico-sociali-economici, inesplicabili se non colla forza dell'armi.
Ben ei sentiva intensissimo nell'animo il cordoglio di dover consigliare la funesta necessità della guerra, massime poi d'una guerra qual sarà pur quest'una - guerra irrevocabile, guerra necessaria e imminente, ma pur guerra micidialissima s'altra fu mai. Ond'è ch'ei deplorando prorompe:
Sallo il cielo se a me duole infino all'anima di dovere, in questo estremo del viver mio - invece che la concordia, l'unione, la fraternità fra' popoli di stirpe differente - farmi consigliero di lotte feroci, non circoscritte ma universali, che insanguineranno tanta parte d'Europa - che faranno tanti orfani e tante vedove - che desoleranno vaste contrade floridissime.
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