Epperciò resulti spregevole a que' popoli istessi che noi reputarono un dì fondamento fermissimo a loro emancipazione futura.
Sì, vale il pregio d'osservare che se a costoro talenta mai sempre la fortuna de' vittoriosi, a Garibaldi andava sempre a sangue quella de' vinti; e ne porse al mondo e in Francia stessa manifestissimo saggio.
Ma lascio parlare a lui che sviscera le cose a modo e a verso; a lui che con crescente caldezza così rafferma il suo dire:
- "Governa li individui, le nazioni ed il mondo un principio arcano, irrepugnabile, eppur palese d'attrazione e di repulsione. Ora, che che si dica e si faccia in contrario, l'attrazione è naturale, è imperiosa verso Francia cui ne avvincono comuni tendenze, indole, genio, tradizioni, interesse e riconoscenza: logica per contro e indestruttibile la repulsione verso Austria e Prussia."
- "Tant'è: l'alleanza più naturale e più geniale resulta pur sempre quella con Francia. Comuni con essa il fato, le sorti, le aspirazioni; accomuniamo dunque l'armi."
- "Possiamo discordare sovra argomenti parecchi: possiamo accapigliarci fugacemente irosi per futili cagioni: possiamo essere, e lo fummo, avversarî d'un giorno, nimici non mai. Bensì nelle nostre scissure con Francia v'è pur sempre l'addentellato ad una riconciliazione sincera e perenne: il che non può avvenire assolutamente con Austria, dacchè tra noi ed essa c'è sangue, troppo sangue, sangue innocente e nostro."
- "Egli è chiaro che noi siamo due nazioni romane, ambe oppresse da due nemici tedeschi e pseudo-tedeschi.
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