(10) In questo poi unanimi consentiamo con con Francia, cioè nell'abborrimento al comune oppressore teutonico."
Mentr'ei però dichiara "che sarebbe un delitto esecrando lo spingere Romani in lotta con altri Romani," e prorompe adirato: "Nella Caina fratricidi, nella Caina staffieri dorati di casa d'Austria, ch'avete scisso due nazioni sorelle; che Italia repugnante avete buttata in grembo a' suoi più feroci naturali nemici;" - non ci volea tampoco vassalli di Francia, e queste sue parole il compruovano:
- "Fratelli, compagni, confederati perpetui bensì, non però com'altri presuppone, sudditi mai, nè satelliti di Francia."
- "Il dì che noi ritorneremo all'amplesso di Francia, certo è ch'essa dovrà fornirci - e le fornirà senza fallo - le più serie, efficaci guarantigie di sue intenzioni future. Chè tra noi è chi la sospetta pur sempre proclive a levarsi come un sol uomo in pro del pontificato temporale romano - pronta a sorgere a' danni di nostra nazionale unità."
Poi si domanda ansioso:
Quali altre nazioni hanno interesse a scindere i due popoli fratelli nati fatti per intendersi?
La Gran Brettagna. In lei tutto il tornaconto possibile del mantenere accesa e permanente la rivalità e l'inimicizia tra Francia e Italia. Da che il dì che segnerà l'accordo sincero fra le due nazioni romane ricongiunte, quel dì annunzierà ben anco il principio del suo decadimento politico ed economico. Questo sa, questo sente e presente la Gran Brettagna.
Ma la natural conseguenza, il fine precipuo, il suo porro unum est necessarium dell'unione d'Italia con Francia, è l'annientamento d'Austria e di Prussia.
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