Finisce col citare quella gran sentenza del Guerrazzi: "Gli Italiani insomma senza i Francesi non potranno tentare cosa che approdi: i Francesi senza gli Italiani non potranno costruire cosa che duri."
Toccato con tanto ardore e con tanto entusiasmo dell'unione franco-italica, - basata essenzialmente su quella che il Guicciardini asserisce fondamento primo della confederazioni, cioè la buona fede - egli passa a trattare della gran Lega politica contro l'usurpatore teutonico, Lega fregiata col nome delle due distinte famiglie che la comporranno: la Romana e la Slava.
A questo punto ei chiede venia per l'insistenza sua continuata nell'additare mai sempre quale nemico comune il Tedesco: e lo fa con questi accenti: "So bene ch'io calco forse di soverchio sovra un tasto siffatto; ma così imperiosa sento la necessità di farlo, che parrebbemi il più negro de' tradimenti, ov'io dissimulassi quant'io sento."
Epperò concitato egli così continua:
- "L'odio di Romani e di Slavi contro il Tedesco è un istinto, direi quasi un presagio, se non fosse un retaggio antichissimo e giusto."
- "Francesi, Italiani, Romeni, Russi, Polacchi, Boemi e Croati, io non veggo che interessi generali armonizzanti, - e solo un nemico comune a noi tutti: il Tedesco, sia desso quell'infestissimo d'Austria, o l'altro non meno infesto di Prussia."
- "Come la gente Slava vede l'inimico attendato in sua casa, la Romana lo tiene a ridosso.
Quest'inimico è mai sempre e in ogni tempo l'eterno usurpatore teutonico.
Or queste verità ch'egli accenna presago, vibrano profonde ne' cuori dell'anime bennate Romane e Slave: dal Reno alla Sava, dal Danubio alla Vistola.
| |
Guerrazzi Italiani Francesi Francesi Italiani Guicciardini Lega Lega Romana Slava Tedesco Romani Slavi Tedesco Italiani Romeni Russi Polacchi Boemi Croati Tedesco Austria Prussia Slava Romana Romane Slave Reno Sava Danubio Vistola
|