(14).
- "Ell'è una federazione codesta, dalla quale pende ogni speranza d'affrancamento per quante stirpi Slave e Romane languono ancora conculcate in Europa. E voi, o Italiani, quanto farete per voi lo farete per tutti; e disertando voi stessi, diserterete tutti universalmente."
E conclude fidente:
A che non può riuscire una buona causa, sostenuta da buone armi di popoli fraternizzanti e compatti?
Grandi cose dunque egli s'aspetta dal Popolo nostro che solo finora ha da Dio visibile nella storia, il privilegio di rimutare, in ogni grande periodo della propria vita, l'Europa(15).
E con parole vigorose e magnanime quanto i suoi sensi, così rafferma il suo dire:
- "Se volete che i vostri pensatori, poeti, filosofi, e storici scrivano cose grandi, ben è mestieri che voi le facciate."
- "Lamentiamo cotanta mediocrità in Italia, solo perch'oggi non si fanno più cose grandi. Che se noi veggiamo li anni succedersi vergognosi e servili, gli è perchè, sono intralasciate e dismesse le più sante tradizioni legittime, e resta inascoltata la voce de' precursori e de' martiri. Drizziamo li occhi adunque all'unica àncora di salvezza ch'oggimai ne rimane, o Italiani noi che possediamo una storia così ricca in rivendicazioni ed in iniziative."
Udite finalmente, a mò di corollario, i suoi detti novissimi ch'egli pronuncia in forma di vaticinio severo:
- "L'alleanza si farà - mal vostro grado - tra Francia e Italia, colla Russia per giunta, a tutto danno e pericolo d'Austria e di Prussia."
- "Il dì che Francia, Italia e Russia ridiventeranno buone e naturali alleate, - Inghilterra, Prussia ed Austria, secolari nemiche loro - cesseranno dal repartirsi l'Europa come loro proprio retaggio.
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