E finch'esse perdureranno riunite, chi potrà fare lor contro?"
- "La costituzione sola della Lega Romano-Slava sarà di per sè stessa un gran principio dell'impresa medesima. Perocchè Slavi, Italiani, Romeni dall'una parte - Polacchi, Francesi, Danesi dall'altra - che sono tanta fremebonda e gagliardissima parte de' gemini imperi a noi nemici - solleverannosi in isperanza grandissima, e terranno in iscacco gran nerbo delle forze nemiche, paralizzandole."
- "Romani e Slavi dureranno invincibili, finchè dureranno inseparabili."
Taglio a mezzo le considerazioni sue ulteriori, dacchè mi prema conchiudere. Solo m'è duopo rilevare che in Garibaldi - sollecito ad un'ora e del nostro e dell'altrui risorgimento - quando le circonstanze il richieggono, la parola è fulmine, è tuono, è procella e uragano; ch'egli assume stile solenne quante volte s'addentra a pronosticare imminente la depression della Prussia - la scomparsa dell'Austria, per fatalità irresistibile e per impeto d'aspirazioni di popoli oppressi dannata inesorabilmente ad estinguersi.
Di che si avranno, quì ed altrove, luminosissimi saggi. Che se a taluno siffatti concetti paressero saper di forte agrume; se taluno soverchia reputasse la mordacità ed il fiele ond'essi vanno non di rado cosparsi; o li tenesse in conto d'invettive consuetudinarie; io mi penso che tutti i generosi - temprati a sentir l'alito del vero - troveranno giustificate e legittime codeste invettive, comunque rigide, e reputeranno doversene saper grado a que' dessi che, cogli inverecondi patti d'una politica meretricia, avvelenarono gli ultimi anni di lui e di tant'altri generosi.
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