- "In tutte le guerre nazionali di riscatto e di rivendicazione, per quanto ammirande, rispettabili e sacre, c'è pur sempre in fondo una leggiera tendenza d'egoismo; sendo la pretta idea di patria, nobile è vero, e generosa, ma labile insieme e circoscritta. Dove che in questa nostra Guerra Sacra, animata da sì vasti concetti, volta in beneficio di cotanti popoli, ciò non sarà a temersi, da che le singole nazioni, pur combattendo ciascuna pel fine loro nazionale, concorreranno in pari tempo ad un fine più ideale, più generale e più largo, com'è quello della universale emancipazione."
Quali altre nazioni possono e debbono concorre a cementare la Lega Romano-Slava?
Egli ne addita anzi tutto la Spagna.
Afflitta, esautorata, ma grande e generosa nazione, essa deve ritemprare il suo avvenire per entro grandi ideali politici: essa deve riavere in questa Guerra Sacra Gibilterra sua, che da troppo lunghi anni l'è spina nel cuore, disdoro a un punto e minaccia con danno(17).
Insiem colla Spagna voglionsi rilevare le sorti del Portogallo, che scompagnato dalla sua sorella primogenita va intisichendo - che dopo essere stato la prima nazion marittima d'Europa, n'è diventato l'ultima. E cesseremo dal rimpiangere in esso lo stato ch'è quasi feudo, colonia, protettorato d'Inghilterra - cui sottogiace fremendo; - che lo va perpetuamente umiliando, angariando(18).
E qui Garibaldi presentendo per i due Stati Iberici l'utilità d'una solenne, intima ed assoluta fusione o lega Ispano-Portoghese, così infervorato ammonisce:
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