Per quanto concerne il contingente nostro in soccorso di Francia, egli opinava che l'Italia potrebbe adeguatamente inviare oltr'Alpi da 300 mila uomini, i quali verosimilmente o penetrerebbero nel Belgio, o varcherebbero il Reno col maggior nerbo delle forze francesi. Di là un corpo franco-italiano si staccherebbe inoltrandosi per la valle del Danubio in marcia su Vienna, mentre nel contempo nella valle Padana altre forze italiane mirerebbero alla stesso obbiettivo. Intanto che dalla Transilvania l'esercito romeno farebbe capo a Buda Pest, fiancheggiato dall'armata moscovita.
- "La Francia, assistita a nord-est dalla Danimarca - l'Italia a sud-est dalla Romania - ambe diversioni potentissime, - la Russia poi appoggiata nel cuor dell'Europa da quel potente nucleo compatto di Slavi di Posnania, Gallizia, Slesia, Boemia, Moravia, Croazia e via dicendo, l'esito finale della gran tenzone non può essere dubbio. Perchè, data pur una serie d'insuccessi parziali in due o più punti, non può venir compromesso affatto il piano generale strategico delle potenze alleate Romano-Slave; bastando d'altronde una sola nostra vittoria per intorpidire oltre ogni credere le forze de' due alleati."
- "Essendo indubitato che il dì in cui i popoli Slavi sunnominati, che fremebondi soggiacciono a Prussia e ad Austria, vedranno sorgere sotto i loro occhi una cotanta Lega formidabile con uno scopo ben definito; quel dì essi saranno con noi in quest'opera santa collettiva di nazionali rivendicazioni; addormenteranno buona parte di quell'armi nemiche, o quanto meno susciteranno di ben serî imbarazzi a' due stati loro oppressori.
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