Forse che una tanta perenne minaccia alla Francia non costituisce per sè stessa un danno continuato e manifesto per l'Europa, una perturbazione ininterrotta, uno stato di guerra latente e perpetuo?
Come si vede, il general Garibaldi con ardito concetto rivendica alla Francia non questa o quella provincia soltanto - non l'Alsazia e la Lorena recentemente divelte da lei, - ma tutto, tutto il corso ripuario del gran fume. Vale a dire ch'egli agogna veder la configurazione territoriale della grande nazione allargarsi fino alla storica riva sinistra del Reno - ch'essa ha già posseduto ne' più memorandi periodi della sua storia - fino alle frontiere naturali dell'antica Gallia a' tempi della Republica Romana - quale le trovò Giulio Cesare(25), consacrandole ne' suoiCommentarî - quel sacro confine insomma, usurpato da' Germani più tardi, che i re di Francia in 10 secoli di lotte cruentissime non poterono conseguir mai, ma che la Convenzione Republicana aveva assicurato alla nazione in 3 anni soli di memorande, immortali vittorie.
Quì non sarà inopportuno forse compulsare, per sommi capi, le istorie e ricordare che non ostante le infondate pretese interessate degli storici, geografi, etnografi e statisti tedeschi, avanti che G. Cesare invadesse le Gallie, e fino a' tempi suoi, i Germani abitavano al di là del Reno(26), che fu riconosciuto costantemente qual confine naturale idrografico tra Francia e Germania.
Fu Augusto, fu Tiberio, che per ragioni dinastiche interessanti soltanto la tranquillità dell'impero, consentirono fosse violata da' Teutoni l'antichissima frontiera franco-germanica, e condussero al di qua della grand'arteria gallica numerose famiglie germaniche(27).
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