Epperò, non senza gran cagione egli dice:
- "La Francia non avrà pace, non sicurezza mai se non redintegrata nelle sue provincie renane."
- "Abbandonare alla Germania le due sponde del Reno, gli è un consegnarle spalancate le porte di Francia."
- "Finchè l'Allemanno ha sede al di qua del Reno, non sarà mai possibile per Francia un valido assetto territoriale, una ferma unificazione nazionale."
- "Parigi non si difende equamente se non sulla gran barriera naturale del Reno: a Coblenza, a Magonza, a Strasburgo, a Cologna."
- "Tutte le linee fluviali convergenti nel Reno, quali la Sambra e la Mosa, sono altrettante pericolosissime vie d'invasione al bacino della Senna, cioè a Parigi testa e cuor della Francia."
- "La natura e l'etnografia concedevano alla Francia una frontiera insuperabile ad un punto ed inviolabile. Luigi XIV e Vauban ne creavano una fittizia ed artificiale: i trattati gliene hanno dato una posticcia e vulnerabilissima. Ora alla Francia si compete - francata da straniera dominazione - la sua gran barriera naturale, idrografica e storica ch'è il Reno."
- "Come pe' Romani antichi, così pe' Francesi moderni la riva destra teutonica del Reno fu irta mai sempre di minaccie e pericoli. Ecco perchè sulla sinistra riva del Reno Romano, a fronteggiare la riva destra del Reno Germanico, Roma previdente erigeva cotante città forti, quali Cologna (Colonia Agrippina), e Coblenza (Confluentia) e Maestricht (Mosœ trajectum), che un dì paralizzavano a dovere i pericoli d'un'irruzione allemanna.
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