E che a' dì nostri, per tacere d'altri non pochi, il Volga è per buon tratto frontiera tra Europa ed Asia.
Ma il ritornello, la chiusa del suo dire è: "Riconquistiamo la Francia Renana".
Passa quindi, con parole schiette e succinte, a trattare del Belgio, di sua neutralità, de' pericoli cui esso va sottoposto per opera del suo ingordo vicino d'oriente. Su di che penso opportuno riferire i suoi concetti appuntino:
- "Il Belgio per la sua lingua, la sua posizione al di qua del Reno francese, per tradizioni, religione, indole, dovrà anzi essere - e lo sarà di certo - l'avamposto di Francia contro Prussia, che l'avamposto di questa contro quella. Ecco perchè noi l'abbiamo battezzato romanamente Francia belgica(30). Ed a buon dritto, però che o non fu esso per lungo volger di secoli la natural barriera dell'impero Romano contro le invasioni germaniche? E non dovrà ridiventar esso oggidì la naturale barriera di Francia contro i redivivi invasori tedeschi?"
- "Nelle città belgiche, così come in quelle renane, ogni zolla rosseggia ancora di sangue francese. Perchè come l'alta Italia fu in altri tempi il campo naturale d'ogni guerra tra Francia ed Austria; così oggi sarà il Belgio tra Francia e Prussia."
- "In un conflitto fra la Germania e la Francia, la neutralità del Belgio forza è che diventi illusoria affatto, essendo esso il gran campo di battaglia fra le due nazioni belligeranti. Ora, le sorti della guerra arridendo favorevoli a Francia, il Belgio è per codesta nazione un gran ponte di passaggio per marciare sul Reno, girare e prendere alle spalle, paralizzandole, tutte le formidabili cittadelle poste sulla riva sinistra del gran fiume.
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