Inani sforzi! Perchè "in Dalmazia, terra latina, la razza primitiva romano-italico-veneta, mai non potè esser soverchiata nè depressa dall'Austria spadroneggiante autoritaria e violenta. Le sue città presso che tutte di romana o veneziana origine: la sua civiltà italica sempre. Giusta, legittima dunque la sua rivendicazione all'Italia."
Ecco perchè neppur oggi l'Austria verrà a capo ne' due suoi obbrobriosi propositi, cioè della denazionalizzazione de' Dalmati: dell'alienar noi Italiani dalla grande famiglia Slava.
E che alla Russia non possa dolere che il mare Adriatico torni lago italiano, il compruova questa sua esplicita dichiarazione:
Dacchè noi di buon grado consentiamo agli Slavi Vienna e Costantinopoli, ben è ragione ch'essi ci lascino rivendicare la Dalmazia romano-veneta e la Bessarabia romana.
Qui egli inveisce senza rispetto contro gli adulteratori delle tradizioni nostre nazionali, oggi postergate e neglette, non per colpa d'Italia, ma della rea fazione ch'oggi si usurpa il potere supremo. Per opera di quella turba di reggitori transitorî che, aggiudicatisi l'onnipotenza politica, vanno farneticando, contraffacendo, un'Italia austro-prussiana. Nè queste sono iperboli rettoriche, anzi verità inconcusse e sacrosante. Nè l'Italia ci ha colpa, se non in quanto essa tollera una siffatta fazione.
E con quest'apostrofe egli conclude:
Che fate voi costì sulla frontiera? Voi ci fate da ostiarî a favore dell'Austria, acciò noi Italiani non prorompiamo su quello terre sacrosantemente nostre.
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