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      E quel che fu detto di Roma e degli Italiani, oggi s'addice punto per punto alla Russia ed agli Slavi.
      E quì con amarissimi accenti egli torna a rimemorare, a deplorare l'indegna schiavitù della Polonia:
      Con quella fatale tripartizione la Russia s'è condannata - per più che un secolo - ad assistere inerte a quante abbominazioni vollero Austria e Prussia consumare in danno del popolo Slavo; - ad assistere impassibile al movimento Slavo senza farsene altrimenti iniziatrice e pronuba. Ecco il segreto di sua perplessità, di sua immobilità, di sua debolezza politica. Tra la Russia e gli altri Slavi - sospettosi a buon dritto - sta interposta la Polonia sanguinante e incatenata.
      O se la Russia stesse in fra due? Se essa contrastasse al gran moto, ovvero lo ripudiasse in effetto?
      Oh allora: "l'occidente Romano redimerà da solo l'occidente Slavo."
      - "Io ritengo necessaria, non però indispensabile, l'adesion della Russia. Nè stimo punto inattuabile il grande riscatto Slavo, dove pure la fosse così cieca da non aderirvi, da contrastarlo fors'anco. Lo si farà ad ogni costo, e noi ne verremo a capo o con essa, o senz'essa, o contr'essa."
      - "Poco più che la Russia temporeggi a congiungersi con noi in cotesta grand'opera, l'emancipazione della gente Slava si compierà per opera della gente Romana."
      - "Ma potrebbe la Russia assumere un contegno così discordante e negativo, mentre pur vede che, a rincontro degli Slavi temuti e risorgenti, s'attutiscono per incanto l'ire, l'ambizioni, le gelosie tedesche?


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Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





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