Egli prosiegue in via di conclusione:
Come le montuose Asturie furono il gran baluardo della Nazionalità Ispanica, così l'altipiano di Transilvania fu il naturale baluardo de' Romeni, fu il nocciòlo di loro nazionalità, di colassù irradiantesi sui circostanti pianori di Moldavia, di Valacchia, di Temesiana, di Bessarabia. Ora un cotale altipiano deve considerarsi a buon dritto come la sacrosanta sorgente del principio nazionale romeno.
Accennando poi alle condizioni politiche generali degli abitanti la poderosa catena dei Carpazi e de' Balcani, così infervorato ei li consiglia:
Io non approvo la quiescenza cui un partito imbelle vorrebbe dannati Romeni, Ellenici e Slavi del Danubio, sol perch'essi sono d'ogn'intorno accerchiati da tre imperi minacciosissimi, come che discordanti tra loro. Ricordiamoci che gli è giust'appunto col turbare istancabili la così detta pace europea, e lacerando col ferro i patti e le combinazioni diplomatiche, che siam riusciti a porre sul tappeto, a far viva e ultimamente a risolvere vittoriosi la questione italiana. Che se la così detta pace europea, senza alcun rispetto, sanziona iniquità, usurpazioni e fatti compiuti, e voi turbate del continuo siffatta pace europea.
E seguita sospirando questi malinconici accenti:
Puossi affermare secolo perfetto questo nostro, in cui frammezzo a tanta e tanto decantata e presunta civiltà, si subisce e si tollera tanta depressione di nobilissimi popoli?
Considerava inoltre Bucuresci come provvisoria metropoli dell'attuale Romania indipendente, ma nè definitiva, nè fortificata abbastanza, nè perciò sicura da un esterno colpo di mano.
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