Epperò ei bandiva che "come il Reno è indispensabile alla Francia per coprire Parigi, così la catena de' Carpazi e dell'Alpi transilvaniche debbe fasciare e ricingere la nuova e rigenerata metropoli del popolo romeno, ricongiunto per sempre. Ora codesta metropoli siede nel cuore della Transilvania; e per unanime consenso de' Romeni, per alte ragioni politiche, strategiche e storiche non può essere altra che Alba Giulia."
Nell'accennar quindi ai suoi potenti vicini dell'est e del sud, egli nota che: "alla Russia rigenerata e alla Slavia ricostituita, non può dar ombra davvero questa generosa nazione romana, quasi da ogni banda attorniata dalla slava gente."
Alludendo all'affetto costante de' Romeni per la madre-patria Italia, per la Francia e l'altre genti romane, egli esce in queste considerazioni fraterne:
Io mi sono considerato mai sempre cittadino romano, connazionale e fratello così in Italia, come in Francia, in Ispagna e in Portogallo. Altrettanto dico io della Romania, ove mai ci avessi posto il piede(45).
Concludeva dichiarando: "I trattati hanno ristretto la Romania nella forma volgare d'un ferro da cavallo. Vuolsi ridonarle la sua pristina, storica, magnifica forma di Corona Romana, Corona Imperiale Trajana(46)."
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Gli studenti delle università di Romania, non potendo patire oltre più che i loro confratelli di Transilvania vengano calpestati, annichiliti, ridotti al parossismo della disperazione dalla violenza e dalla brutalità ungherese, hanno testè indirizzato un generoso appello a tutte quante le università, "parlamento vero dell'intelligenza europea.
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