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      Sarà pur sempre una delle glorie della moderna Gran Brettagna la sua protezione a tutt'oltranza a quel regime d'eunuchi, d'odalische e di serragli che corrompe e deturpa la più bella parte d'Europa.
      Circa il gran conflitto futuro tra la Gran Brettagna e la Moscovia nel centro dell'Asia, egli non esitava a prevedere il trionfo di quest'ultima, "sia perchè l'Inghilterra oggimai ha stancato la pazienza dell'umanità, - sia perch'essa trovasi sulla curva discendente di sua possanza; - sia infine perchè se è vero che gli scrigni britannici rigurgitano d'oro, le pianure russe per contro hanno miniere inesauribili di soldati. Ora il principe degli scrittori politici insegna: non l'oro, ma i buoni soldati essere il nervo della guerra."
      Nel toccare in seguito le istituzioni britanniche sì liberali, sì larghe, egli constata però che il gatto dalle cinque code non è meno obbrobrioso e nulla deve invidiare allo knut moscovita. E deplora che gli Inglesi abbiano con tanta insigne insistenza avversato sempre l'autonomia dell'Irlanda, "che diverrà di certo un fatto compiuto, non sì tosto la Gran Brettagna si trovi impegnata nel formidabile conflitto iniziato dalla gente Romana contro la gente Anglo-Teutonica(51)."
     
     
     
     
      X°.
     
      La Danimarca riacquistaLo Schelesvig-Holstein ed il Lauenburgo
     
     
      Ed ora eccoci a trattare - colle parole di Garibaldi - di questa generosa nazione, oggi mutila e tronca per opera di Prussia ed Austria confederate:
      - "È interesse, supremo interesse della Scandinavia, della Russia ed universalmente di tutta quanta l'Europa settentrionale, il restaurare la potenza di quel generoso popolo di Danimarca, codesta Bulgaria del nord(52), sentinella avanzata contro la Germania, la cui importanza marittima militare indiscutibile, vuolsi rincalzare, rinvigorire dalle genti Romano-Slave.


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Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





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