Proseguendo a parlare de' Prusso-Allemanni, gli viene fuori questo luminoso concetto:
Incarnazione e personificazione del popolo tedesco è quell'Heine che, pezzente ed infermo, accolto, isfamato e pensionato in Parigi, solve il debito della riconoscenza, infamando quanto più sa e può e lacerando i francesi colla penna, col dirne corna e vitupero. Preludio ed esempio a tedeschi altri infiniti, che ingordamente succhiate le mamme di questa gran Cibele, finirono poi col darci di ben fieri morsi, insanguinandole addirittura, e recidendole colla spada più tardi.
Constatato ch'è tutta apparente e fittizia ed effimera - perchè appoggiata sulla violenza, - l'egemonia e la preponderanza che la Prussia pretende esercitare sull'Europa, egli sentenzia: "ch'essa sta tenacemente incollata in sull'Austria: ingorda ne spia ogni andamento, ogni atto ed ogni pulsazione, anelante com'è di raccoglierne l'eredità, ma da sola, ma per conto suo proprio. Ecco perch'essa non consentirà mai che il colpo mortale all'Austria provenga da altra mano che non sia la sua, e quando e come le parrà venuto il destro, cioè in maniera da non aver a spartire con altri quelle usurpate spoglie. In forza di che essa impone oggi all'Italia l'amicizia coll'Austria."
E questi nostri odierni reggitori, non so se più servili o più ciechi, senza ulteriori considerazioni, proprio come briachi a cavallo, si buttarono in braccio all'Austria, per ubbidire alla Prussia. Ma avvertano li Italiani che il tollerare ingiunzioni altrettali, è il massimo indizio di morale e politica decadenza.
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