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      Con questo monumento nazionale di provocazione, coll'altro di Teutoburgo ad Arminio(61), atteggiato in quella che brandita la spada, minaccioso ne volta la punta all'occidente, il che è quanto dire contro le genti Romane; - sul cui piedestallo si tien manifesto proposito della malizia latina; - la Germania, e non è dir poco, ha tolto nuova occasione d'insultare, minacciandola un'altra volta, la Francia e con essa tuttaquanta la famiglia Romana.
     
     
     
     
      XII°.
     
      Annientamento dell'Austria
     
     
      Ed ora penetriamo nel covil della fiera: ora parliamo dell'Austria rapace(62).
      Come Catone insisteva inflessibile per la distruzion di Cartagine, così l'ultimo voto di Garibaldi morente fu il sovvertimento dell'Austria, questa gran catacomba della Nazionalità.
      Austria delenda!
      E ben a ragione, dacchè la scomparsa di quest'ibrida appendice pseudo-tedesca, sarà il punto di partenza del risorgimento Slavo, Polacco, Romeno ed Italiano.
      E quì egli evoca le iniquità e le ferocie, verso tanti popoli, di "questa negazione perpetua," - di questo turpe guazzabuglio di nazionalità frantumate, nata da "usurpazione, conservatasi mai sempre col delitto."
      Qual è, quale fu l'eterna oppressora della gente Slava, della gente Romana?
      Colla storia alla mano, Garibaldi a fronte aperta risponde: "l'Austria, la sola Austria, l'eternamente nemica Austria."
      E ne fa fede via via.
      Di fronte alla Polonia:
      - "Come ha dessa risposto alla magnanima iniziativa di Sobieski che col forte suo braccio salva Vienna da' Turchi? Rispondano la Polonia sbranata nel 1772 e risponda del paro Cracovia insanguinata nel 1846, tradita, usurpata ed oppressa(63)."


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Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





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