Ho visto dei Fiamminghi fremere d'ira al semplice pensiero che la patria loro denominavasi, or fa bene un secolo, Fiandra Austriaca."
Entra poi a trattare del compromesso tra Austria ed Ungheria, perpetrato nel 1867, col quale - onde prolungare di qualche anno l'esistenza dell'Austria - vennero compresse tante nazionalità differenti e date in pastura all'istessa Ungheria, che le va lentamente assorbendo ed angariando(65). Ecco perch'egli esce in fiere, risentite parole eziandio contro i Magiari:
- "L'Austria è un pallon volante cui l'Ungheria ha consentito far da paracadute. Guai per entrambe il dì che vedrà scatenarsi i nembi Slavo-Romani!"
- "L'Ungheria s'è innestata sul tronco fradicio austriaco per dargli forza e vigore, ma non fe' che attaccarsene la lue."
- "Oggi l'Ungheria sovviene l'Austria nell'attorcere quella fune che lega tante nazionalità repugnanti. E non veggono entrambe che quella fune, omai logora, è in procinto di schiantarsi. Badino agli strappi imminenti!"
Duolmi che in codesta forzata tirannia dello spazio non ho campo largo a diffondermi, com'io pur vorrei, e riportare, non foss'altro, il fior fiore delle sue invettive contro questa perpetua nemica nostra. Ma egli era uomo da fatti, nè io vo' spendere più parole che non bisogna.
Riferirò dunque le più salienti, non senza osservare come in tanto argomento egli non frena l'ira, e come il suo dolore, rinciprignito dall'universal noncuranza - di fronte alla perpetrazione di patti ingiuriosi e nefandi - gli somministra argomento per uscire in frasi per avventura tropp'ostiche, ma vibrate e giustissime.
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