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      Bensì egli è certissimo quello esser nefasto per noi ch'è utile per essa."
      - "Possiamo noi accettar l'alleanza con uno stato le cui usurpazioni si prolungano nel seno e nei fianchi d'Italia nostra di cui possiede la porta con i lidi orientali? Con uno stato che dalle nostre Alpi ci sorveglia nemicissimo?"
      - "Avere l'Alpi quale naturale baluardo, ed essere forzati a mantenere in istato di guerra il quadrilatero, e tenere inceppate e paralizzate due cospicue città quali Verona e Mantova, nel centro della più ricca e fertile regione d'Europa, è un disdoro, un obbrobrio, un vitupero indelebile."
      Oh potess'egli veder oggi la fierezza nazionale de' nostri reggitori! Oh s'egli, lume di Nazionalità, constatasse que' perpetui licenziosi andirivieni a Berlino ed a Vienna, ove si va per accattar la certezza della nostra prostituzion ribadita! No davvero, o Italiani, no, recisamente l'affermo: l'Italia di Garibaldi, gloriosa, magnanima, rigeneratrice, - non è l'Italia odierna camuffata all'austriaca ed alla prussiana: - quale ce la plasmarono insomma gli eterni gaudenti della destra o della sinistra parlamentare - che torna poi tutt'uno(66).
      Per ultimo, rivocate ancora alla nostra memoria le discordanti aspirazioni de' varî popoli dell'Austria, popoli differenti per lingua, origine, storia, religione, tendenze: e come questi popoli, perpetuamente cozzanti fra loro, non aspirano che a disaggregarsi, fiducioso conclude:
      - "Che che si possa credere in contrario, l'Austria è minata, profondamente minata.


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Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





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