In quella guisa stessa che la depravazione in politica ha portato al suo colmo la depravazione nel parlare e nello scrivere la pura lingua italiana, cotanto a' giorni nostri inquinata da forestiere abbominazioni(78).
Dunque, per intanto io l'annodo qui, con l'assoluto riservo di dir tutto a suo tempo, essendo questa una partita accesa che a saldarla basto solo ad ogni modo.
Nell'Odissea il lettore assisterà al martirio d'un'anima, all'autopsia d'un vivo!
A questo punto prego non mi s'imputi a colpa se codesta penna - più ch'io non vorrei - verga atrocità e delitti; se codeste carte, oltre il bisogno, parlano tradimenti e vergogne: - s'esse trasudano corruttela e scelleratezze!
Eppure, nonostante la turpezza della materia, sento e presento che un crepacuore lungamente covato e represso, forza è ch'erompa in fieri, appassionati e fors'anco eloquentissimi accenti.
Dacchè, per quanto io perseveri a scrivere più spassionato ch'io posso, sento pur lo spasimo delle immani cicatrici che m'impresse sull'anima e sul corpo l'artiglio de' cointeressati austro-sabaudo-teutonici.
Ma se ieri fui verme - verme ravvolto forzatamente nel bossolo - se ho patito le iniquità e le ferocie, frutto dell'ibrida federazione con Tedeschi ed Austriaci; deh lasciate almen ch'oggi - farfalla per batter l'ali a voli poderosi - soddisfatto il mio debito coll'anima gloriosa dell'Eroe, io pregusti la gioia e la soddisfazion legittima per l'imminente e bene auspicata Lega nostra con Romani e con Slavi!
Questo il solo rimerito dell'acerbe pene sofferte, de' lunghi anni perduti, della sanità irreparabilmente danneggiata!
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