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Carissimo Signor Enrico,
Grazie delle sue premure, ma per ora non ho ragione di condurmi a Roma per trattenermici.
Dacchè ho la penna in mano, La prego a leggere il Gazzettino Rosa del 28 Gennaio 1872. - Vorrei, se fosse possibile, ch'Ella od altri pigliasse l'appendice dell'Apologia da me fatta nel 1851 - tip. Lemonnier - e leggesse l'articolo che riguarda il Gualterio, e me; e con parole fiere e moderato a un punto, mostrare che non io offesi il Gualterio, ma sì il Gualterio me, e come, e quanto... Che ci è da rabbrividire.
Volentieri dove Dio toccò noi c'inchiniamo;
ma gli incauti sbraciano tali ceneri sotto cui vi resta fuoco, che basta a bruciarli vivi.
Se questo Ella farà, caro Signor Croce, Le sarò obbligato, e mi favorisca il giornale ove stamperà l'articolo.
Saluti Luciani.
Affezionatissimo suoF. D. G.
Cecina, presso La Cinquantina
30 Gennaio 1872,
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Il Guerrazzi, come Sindaco di Livorno, in sullo scorcio del 1869, e 70 fece molte cose ottime e prese l'iniziativa di molte radicali riforme, amministrative e comunali.
Nel 1873 nominato il deputato Pianciani a Sindaco di Roma, gli consigliavo l'adozione di talune riforme guerrazziane; e il Panciani di buon grado le accolse, e molte di esse ancor oggi sono in pieno vigore a Roma.
In questa egli accenna all'odio accanito che Moderati e Clericali nutrivano per lui, che pur era un'illustrazione non solo di Livorno, ma sì di tutta Italia.
Pochi giorni appresso l'illustre uomo rendeva a Dio l'anima affranta.
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