Mentre l'Avv. Gentili di Perugia, un Pintus, un Pallini ed altri parecchi, il cui nome non mi soccorre per ora, ebbero cognizione della faccenda e videro le polizze d'ambo le valigie furatemi.
(70) Il famoso dialettologo G. Ascoli da Gorizia, ne' suoi anni giovanili dettava un opuscolo comprovante l'affinitą tra il dialetto friulano e la lingua valacca, ossia romena. E innanzi a lui quella gran mente di L.A. Muratori, primo dava un saggio alli Italiani dell'idioma de' Romeni. Dalla storia di Valacchia di A.M. Del Chiaro fiorentino (anno 1718), egli allega le seguenti parole romene: Ce aļ scris! (che hai scritto?). - N'ai facut bine (non hai fatto bene). - Adam parinte al nostru a peccatuit (Adamo padre nostro ha peccato). - Cristos a sufferit pentru peccatete noastre (Cristo ha sofferto pe' nostri peccati). - Annali, M.E. pag. 1051.
In confermazione apertissima poi che l'idioma di Romania č intelligibile ad ogni italiano, valgano in prova i due primi versi del poeta romeno Alexandri, nel suo carme alla Gente Latina:
Latina ginta e regina:
Ea porta in frunę ua steua divina. */
Caratteristica e singolare, la lingua romena fonde l'articolo col nome, pari in ciņ alle lingue bulgara e serba. Ad esempio: Romānulu, vale quanto lu Romanu.
Senza che, una mirabile affinitą linguistica avvince le stirpi Etrusco-Retico-Ladine o Romancie della Svizzera colla Romena, a non parlare dell'Italica. Per non addurre che un esempio solo, i Romeni designano li avi sotto il nome di extrabuni e i Romanci di strabuns, corrispondente all'italiano: "i nostri buoni padri.
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