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      Tu non leggerai questo libro, del quale alcune parti ti erano care, e le ridicevi agli amici nelle notti serene prodotte in fidi colloquî; le ridicevi ai compagni d'arme nelle fredde notti vegliate di contro al nemico. Nè io udrò più la tua parola sgorgare fervente nell'amore di tutto che è bello e grande e puro, nè vedrò gli occhi scintillanti che il fuoco di quella accompagnavano con lo splendore dell'anima, nè la fronte su cui pareva sfumare l'ombra d'una tristezza interiore. Egli aveva la fede d'un martire, l'amore e l'odio di un apostolo, l'impeto e la concitazione d'un tribuno; e con tutto ciò una gentilezza decorosa come di cavaliero, una aspirazione alle fantasie meste e soavi come di trovatore, una dolcezza e bontà come di fanciulla. E un tristo presentimento mi strinse il cuore, quando, immoto alle preghiere e a' consigli degli amici, affrettò la partenza; perocchè troppo io sapea quanta in lui fosse la voglia di pericolare, la sete di soffrire; quella notte poi egli ardeva, oltre il consueto, di cupo entusiasmo; mi rassomigliava i grandi morti della Repubblica partenopea. Pace, mio povero Giorgio! pace, mio caro, mio nobile Imbriani! pace e onore a voi tutti, primavera sacra d'Italia che vendicaste Roma e Mentana, cadendo vittoriosi su la gloriosa terra di Francia!
      Latin sangue gentile!
      (83) Rodope, non già Despoto dag. - Dag in turco significa monte, epperò Daghistan, paese montuoso.
      (84) Garibaldi intendeva abolire altresì la denominazione tutta musulmana di Mar Nero, attribuita da' Turchi al vetusto Ponto Eusino.


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Testamento politico del generale Garibaldi e lettera memoranda agli italiani
di Enrico Croce
Alberto Savine Editore
1891 pagine 188

   





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