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      Ma chi è mai quel Cleobolo che tanta parte ha in questo libro? Molte indagini ho fatte per saperne piú di quello che il mio testo ne diceva. Ma niun altro scrittore ne parla, e se non si fosse ritrovato questo manoscritto, forse chi sa se si saprebbe la sua esistenza? Il carattere di questo Cleobolo riluce bene dall'opera. Ma la sua condizione? i suoi genitori? Solo sappiamo che era ateniese, giovane di etá, ben nato, bene educato. Io pensava aggiungere all'opera un'appendice, in cui volea ragionare di tutt'i Cleoboli de' quali fa menzione la storia; riportar tutte le iscrizioni nelle quali vi fosse nominato un Cleobolo; dar l'etimologia del suo nome, la quale è nel tempo istesso fenicia, ebrea, caldea, punica ed etiopica; ed indicare finalmente l'uso che di tal nome si faceva in Atene. Ma, dopo aver molto lavorato a riunir i materiali per questa tale dissertazione, un amico, di cui valuto molto il giudizio, mi disse e mi convinse che con tante ricerche io non avrei dimostrato mai nulla, e che il Cleobolo mio poteva non esser nessuno di tutti i Cleoboli noti. Come va il mondo! e da che mai dipende la gloria umana! Forse questo mio Cleobolo sará stato un sublime filosofo, un prudentissimo magistrato, un invitto capitano; mille azioni avrá fatte degne di memoria; mille poeti, mille oratori, mille storici lo avranno lodato ed altri mille biasimato: eppure, se a mio avo non fosse venuto il talento di costruire una casa di campagna sul territorio dell'antica Eraclea, tanta virtú e tanta gloria non avrebbero salvato il suo nome dall'obblio!


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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