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      L'arte di comporre i trattati č posteriore di molto all'invenzione della stampa.
      Montaigne dicea: "Io sono annoiato di tutti gli scrittori de' miei giorni. Se uno di essi ha visitati i luoghi santi e vuol narrarti ciň che ha veduto, ti fa un trattato di geografia; se un altro ha scoperta la virtú particolare dell'acqua di una sua fontana, ti parla di tutti i fondi, di tutti i laghi, di tutti i fiumi e di tutti i mari della terra". Io ti prego, amico, a voler giudicare di un autore da ciň che ha detto, e non da ciň che dovea o poteva dire.
      Cosí finí il dialogo coll'amico. Io ho voluto trascrivertelo intero, o lettore, onde tu sappia che, se mai non avessi da opporre a questo libro altro di quello che gli ha opposto l'amico, potrai ben dispensartene, perché né tu avresti nulla di nuovo da dirmi, né io avrei nulla di nuovo da risponderti.
      Sta' sano.
     
     
     
      I
     
      DI CLEOBOLO
     
      [Ripensando alla patria lontana - Teoria di Socrate sui viaggi confutata - Utilitá vera dei viaggi: scorgere che la legge della natura č una, inesorabile, immutabile - Arrivo a Taranto.]
     
     
      ....... Giá oltrepassate le ardue cime del promontorio Iapigio e le basse terre de' salentini, un fresco venticello di levante spingeva la nostra nave verso il fondo di quel seno che prende il nome da Taranto. I marinari tutti dormivano; il pilota vegliava sul timone; io e Platone sedevamo sulla poppa taciturni. Il silenzio universale che regnava intorno a noi, rotto soltanto da quel rumore cupo ed uniforme che ha il mare quando non č agitato da tempesta; l'immensitá di un orizzonte che non aveva limiti, ed in cui il contrasto dell'ombra della notte che si ritirava e della luce, ancora incerta, che in taluni punti la fendeva, in altri appena la diradava, e che riflettevasi in mille modi diversi or dalle nuvole, or dall'onda, or dalle cime de' monti: tutto ne allettava a quella dolce estasi, che forma la parte piú deliziosa della nostra vita.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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