L'uomo diventerá allora o piú felice o piú paziente. -
Cosí dicendo, ci passavano dinanzi le isole Coreadi, e scoprimmo il porto di Taranto. La cittá si stendeva ampiamente in giro lungo le sponde del mare, e dove finivan le mura della cittá, incominciava una serie di case di campagna, che presentavano il pomposo e piú vasto anfiteatro che mai abbia veduto occhio umano. Di giá sul faro si vedeva sventolar la bandiera, che annunziava agli abitanti il prossimo arrivo di un legno ateniese. I marinari, giá desti, libavano a Nettuno e salutavano la terra ospitale; e quei, che giá aveano fatto altre volte tal viaggio, indicavano ai compagni e le torri ed i tempii e le piazze principali della cittá. Giá si udivano le voci dei cittadini che eran sul molo... Un altro colpo di vento... e siamo nel porto.
II
DELLO STESSO
[Famiglia di Archita - Carattere di lui - Mnesilla - Nearco.]
Archita non č qui: gli affari della sua patria lo ritengono in Lucania. Ma noi riceviamo dalla sua famiglia tutta quell'ospitalitá, che avremmo potuto sperare dall'amico presente.
La moglie di Archita č una donna dell'etá di circa quarant'anni: tutti la dicon savia, moltissimi amabile, non pochi anche bella. Ha molto amore per i suoi figli, e per suo marito molto amore e molta stima, senza la quale, dopo venti anni di unione, non vi sarebbe piú amore. I figli maschi sono ancora fanciulli: delle femmine una ha preso per marito un giovane tarantino di onesti costumi e di molto ingegno, che Archita ha preferito ad un altro pretensore, pieno di ricchezze e di vizi.
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