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      Talvolta son tutto occupato della sua saviezza: la vedo, e non penso piú che alla sua beltá.
      Divina creatura! come è mai possibile apparir al tempo istesso e tanto savia e tanto bella? Mi si dice che ella si abbia proposti per modelli e Mia e Teano. Ma queste, quando ottennero tanta fama di saviezza, avean, come ella, ventiquattro anni?
      In casa sua si ragunano molte altre donne pittagoriche. Se Mnesilla non vi fosse, sarebbe incerto a chi si debba la palma: ella vi è, ed ogni dubbio sparisce. Ella ha l'arte che io credo la piú difficile nella saviezza, cioè di mostrare la sua senza togliere il luogo a quella delle altre....
      Non so perché noto con maggior attenzione ciò che dice Mnesilla che ciò che dicono le altre. Sará perché la stimo piú di tutte. Ma perché poi noto piú particolarmente taluni discorsi che riguardano talune cose, e su queste desidero piú ardentemente sapere come ella pensi?
      Si parlava di una donna tormentata dalla gelosia per suo marito, il quale va troppo spesso a visitar Doride; Doride, timor delle tenere spose e delle severe genitrici di Taranto. Mnesilla recitò quel tratto tanto noto della lettera di Teano ad una sua amica afflitta dallo stesso male(12).
      Ella pronunziò queste parole coll'accento della piú profonda interna persuasione. Ella finí, ed io dimandai a me stesso: - Chi pensa a questo modo qual sublime idea deve aver mai dell'amore? -
      Nearco si è avveduto dello stato del mio cuore. Nearco l'ha detto a lei. Io non avrei avuto il coraggio di dirlo giammai.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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