.. no, giammai... Che č mai quello che io provo oggi nel mio cuore? Io ho fatto mille volte all'amore in Atene; io sono stato mille volte petulante, insolente; so non solo come si spiano le volontá, ma anche come si destano i desidčri, come si prevenga il rossore, come si trionfi della debolezza... Ed intanto io non ho avuto il coraggio di dimandare a Mnesilla come fossero accolti i miei voti!
VI
DISCORSO DI PLATONE
[L'amore - Mogli ed etčre in Atene - Culto per le mogli in Isparta - La giustizia eterna vuol l'eguaglianza giuridica dei due sessi - Condizione fatta alla donna dal pitagorismo - Anche quando si ami, non bisogna dimenticar la filosofia.]
Ho narrate tutte queste mie agitazioni a Platone. Egli mi ha risposto:
- Tu incominci a credere alla virtú. La modestia č la prima sua figlia, e l'amore ne č il piú dotto maestro. Quando la virtú di una donna non le fosse utile per altro, l'č utilissima per avvezzar gli uomini a non desiderare, a non sperare, a non pretendere nulla da loro senza averlo prima meritato.
Tu finora non hai conosciuto l'amore. Esso non č desiderio di cose mortale, ma bensí di un bello eterno, di cui le menti umane travedono appena un raggio ed a cui si avvicinano praticando la virtú e ricercando il vero. Tutte le nostre virtú tendono ad alimentare l'amore, e l'amore alimenta e rinforza a vicenda tutte le virtú.
Ma un tale amore non lo possiam conoscere noi greci. Le nostre leggi, che troppo male trattano le donne, non permettono che esse sviluppino né le facoltá della mente né quelle del cuore.
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Atene Mnesilla Atene Isparta Platone
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