Mantiene la repubblica tarantina quarantamila fanti e seimila cavalli, un'armata di mare piú potente di quella di terra(20).
I tarantini hanno saputo mettere a profitto il loro sito, le relazioni che aveano coi loro vicini, il loro suolo. Il sito era il piú opportuno al commercio. Nessun porto vi è sul Ionio, dalla punta di Leucopetra fino ad Adria, che possa preferirsi a quello di Taranto. Il porto di Brindisi, che forse potrebbe per ampiezza superare il porto di Taranto, manca finora degli uomini necessari a mantenervi un commercio molto esteso(21). Tutti gli altri porti, che sono sul Ionio, sono piccoli ed incomodi. L'Italia al mezzogiorno di Taranto si va restringendo, ed il commercio è ivi diviso tra i popoli che sono sull'uno e sull'altro mare. Ipponio e Velia dividono il commercio di Locri e Crotone, e Reggio suddivide ancora il commercio di tutte e quattro queste cittá. Taranto si trova nella fronte dell'Italia che incomincia dalla Messapia a divenir spaziosa, ed è cosí il centro comune del commercio di molti popoli.
I tarantini hanno ciò che nel commercio è utilissimo, una derrata privativa, che non teme concorrenza, la porpora. Essi la traggono da due specie di conchiglie, una delle quali dá un liquore di turchino carico, e l'altra di un rosso chiaro. Dalla diversa preparazione e dalla varia mistura di questi due liquori nasce quella quasi infinita varietá di colori, che si vendono sotto il nome di "porpora". Il piú pregiato è quello che si rassomiglia alla violetta(22). La quantitá della porpora, che in Taranto si prepara, è tanta, che dai cocci che avvanzano si è formato un monticello fuori della porta Marittima.
| |
Ionio Leucopetra Adria Taranto Brindisi Taranto Ionio Italia Taranto Velia Locri Crotone Reggio Italia Messapia Taranto Marittima Ipponio Taranto
|