.. del salame di Lucania... Nearco e quel suo amico ci accorderanno la grazia di trattenersi con noi, non è vero?
Ci sembrò decente accettare l'invito. Sediamo intorno ad una piccola mensa che si era preparata. Isostasietta volle sedere tra noi due.
- Oh! sederai ben male - disse Mnestero - in mezzo a due filosofi.
- Anzi i filosofi mi piacciono molto - rispose ella. - Ho inteso dir tanto bene di un tal filosofo chiamato Aristippo. Si dice che sappia cosí bene amar le donne. Mi si è parlato della fortuna che con lui ha fatta la vostra Laide, e quasi son tentata a partir da Taranto per andare a vedere Aristippo. -
MNESTERO. Ed a conquistarlo?
- E perché no? Non sono io donna come Laide? Vi dico: avrei un desiderio ardentissimo di conquistare un filosofo, un generale, un governator di cittá, come il vostro Pericle: ci va dell'amor proprio... Questi nostri tarantini, generali, filosofi, magistrati, son tutti rozzi... Oh! per me, io l'ho detto sempre: perdonate, nobilissimi tarantini, la mia franchezza; ma gli stranieri sono altra cosa.
CROBILO. E chi può negarlo? Finanche il loro linguaggio è piú grazioso. Ier l'altro mio zio, il quale è in letto ammalato per gotta, fu visitato da un medico di Tracia. Era un piacere udirlo parlare. Invece di ordinare "un bicchiero di tisana", ordinava "una tisana ed un bicchiero"; noi diciamo "bieta", ed egli pronunziava "peta"(33). Non vi pare che la sua sia una pronunzia piú dolce?... A proposito, ragazzo, recaci de' fichi di Attica: questi di Taranto si credono eccellenti, ma non sanno di navigato.
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